Wonder: con Julia Roberts oltre il “casco” delle nostre imperfezioni

wonder film recensioneScritto da Vanessa Forte.

Protetti dalla normalità, tutti vorrebbero essere straordinari.

Nato con un’importante deformità cranio-facciale dovuta alla rarissima sindrome di Treacher Collins, August Pulman, detto Auggie, vive un’infanzia isolata, scandita dagli interventi chirurgici e protetta da una famiglia scudo. Ama Star Wars e Halloween, l’unico giorno dell’anno in cui può serenamente togliersi il casco che lo ripara dagli sguardi altrui. Giunto alla soglia delle scuole medie deve però affrontare il mondo, per conquistarsi quella “normalità” di giochi, amici e scuola a cui tutti i bambini hanno diritto. Lo farà apparentemente tentando di vincere una gara di scienze, ma in realtà scommettendo tutto sulla possibilità di far accettare agli altri la sua eccezionalità e vincere così la sfida di essere se stesso in un mondo ostile.

Come il libro omonimo, il successo editoriale mondiale di R.J.Palaco, Wonder è il classico film fatto a misura di bambino, un’ode alla diversità  ad opera di Stephen Chbosky, già autore e regista di un altro successo adolescenziale, quel Noi siamo infinito diventato subito film cult tra gli spettatori più giovani.

Racconto di formazione chiaro e sincero nelle intenzioni, Wonder ha il duplice pregio di non cedere fino alla fine (o quasi) al patetico e al ricattatorio sentimentalismo, non sottraendosi affatto nel mostrare la possibile “cattiveria” dei bambini e nell’ammettere che la tolleranza e l’accettazione sono spesso la meta di un lungo e non facile cammino.

Mentre s’alternano fazzoletti e risate, quel che balza subito all’occhio è la grande empatia che il regista prova nei confronti dei suoi personaggi: lo si evince dal suo accompagnarli, in maniera incisiva e persuasiva, con voluti stereotipi e una buona dose di necessaria e cercata prevedibilità, nel loro percorso fino al cuore degli spettatori. Lo fa affidandosi, molto intelligentemente, ad un ottimo cast. Infatti, pur essendo incentrato sulla figura di Auggi, il notevole Jacob Tremblay sottoposto a estenuanti sessioni di trucco, Wonder è assolutamente un film corale dove, grazie anche alla bella sceneggiatura di Steve Conrad, tutti i characters sono alla ricerca del proprio equilibrio e della propria vita fin qui ricolma solo delle attenzioni per Auggie. Ecco dunque la madre Isabel, una solida Julia Roberts che ha voluto fortemente questa parte, amorevole e forte; il padre Nate, il tenero, ironico e misuratissimo Owen Wilson, forse il più diffidente e protettivo; la sorella Olivia, portata sullo schermo da Izabela Vidovic, che accetta non senza sforzo il suo ruolo di figlia comprimaria.

In ognuno alberga la consapevolezza che è giunto il tempo di togliersi il proprio personale “casco” protettivo: Auggie nel dover affrontare la crudeltà dei bulli ma anche di chi credeva amico; i suoi genitori nel dover vedere il proprio incerto e fragile cucciolo lasciare il nido protettivo e imparare a volare da solo; la sorella nell’accettare che è normale alla sua età ribellarsi perché anche lei deve trovare il proprio posto al di fuori dell’orbita del fratello.
In questo sforzo collettivo, tutti contribuiscono ugualmente alla riuscita di questa favola gentile che non cela mai la sua natura didattica. Il risultato finale? Wonder è un gradito regalo natalizio adatto però a tutte le stagioni.

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