Tom à la ferme: largo a Dolan, l’Ozon canadese

tom-à-la-fermeNella vecchia fattoria. Degli orrori. E non c’è lo zio Tobia (ia-ia-oh!), ma il biondino e bisunto Tom. Tom à la ferme, appunto

Tra vacche grasse e latte appena munto, un thriller psicologico e “sentimentale” cupo, livido, nel quale speranza e luce del sole passano a fatica. Dopo tre film a Cannes, l’enfant prodige Xavier Dolan (25 anni) sbarca al Lido con Tom à la ferme. Tutta giocata su una manciata d’attori in formissima (tra cui il regista stesso nei panni del protagonista), l’opera di Dolan angoscia e coinvolge in una spirale di eventi e violenza d’inquietante gusto kafkiano. Verità taciute e menzogne montate ad hoc sono i due paletti tra cui, in un desolato e isolato Canada di campagna, si consuma una morte dai contorni a dir poco torbidi. Trascinato da musiche e canzoni dal marcato gusto melò, Tom à la ferme ingrigisce l’animo dello spettatore, ma allo stesso tempo lo illumina col talento del Francois Ozon canadese.

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