Scialla!: la recensione
Un plebiscito. La Sala Grande della 68esima edizione della Mostra del Cinema di Venezia ha accolto con una standing ovation e applausi scroscianti “Scialla!”, l’opera prima di Francesco Bruni che ha aperto la sezione Controcampo Italiano. Dopo una reazione del genere la domanda è: esagerazione o è tutto meritato? La risposta esatta è la seconda. Perché Scialla! diverte e fa lievemente riflettere, mette in moto la mascella e il cervello. E questo grazie ad una storia semplice, che arriva dritta allo spettatore (ho sentito gente che uscendo dalla sala commentava: “Finalmente un bel film italiano!”).
Bruno è un professore che ormai da tempo ha abbandonato la cattedra. Vive nel non-sense dei suoi giorni, “regalando” ripetizioni con un discutibile modus operandi, immerso tra pile di libri con filmini porno nascosti qua e là. Tra i ragazzi che ri-educa alla cultura scolastica c’è Luca, un ragazzone simpatico e tronfio (“Fin troppo spiritoso” lo definisce un suo amico), con costante musica a palla nelle orecchie e una camminata gobba gobba con felpa col cappuccio alla 8 mile. Ma un giorno la madre di Luca parte per l’estero ed emerge un altarino impensabile.
Francesco Bruni conosce bene il concetto di ritmo filmico e tempo comico. È così che la sua scanzonata commedia va giù come un bicchier d’acqua, avvinghiando lo spettatore come un fiume in piena, conducendoci in un’ora e mezza di puro spasso, talvolta al limite dell’esilarante. Un’opera riuscita grazie ai due attori protagonisti: Fabrizio Bentivoglio, dietro quella faccia da amabile cane bastonato, sforna una performance invidiabile, che dà il respiro alla pellicola; al suo fianco l’esordiente Filippo Scicchitano, non solo romanaccio tutto “er Pupone” e “mò te faccio vede’ io”, ma giovane attore padrone del suo corpo e del suo personaggio, capace di schivare in pieno lo stereotipo del semi-bulletto di periferia. Ulteriore punto di forza è la totale assenza di intenti moraleggianti o simil tali, prediche, buonismi, ramanzine etiche rivolte al pubblico. Bruni mostra e non giudica, racconta e non insegna. E noi non ne rimaniamo mai infastiditi.
Insomma il significato del titolo, Scialla!, abbraccia ogni aspetto della pellicola: sciallato, cioè rilassato, cullato, easy, è il pubblico in sala, come anche lo è la prova del cast artistico, e la regia mai invasiva né pirotecnica ma funzionale a qualcosa non etichettabile con un riduttivo “televisivo”, o il non-messaggio finale. Certamente non è ancora il caso di fare pronostici per le premiazioni di Controcampo Italiano. Aspettiamo di vedere gli altri. Ma viene da pensare che Scialla! ha aperto ma anche già chiuso le danze.
Non vedo l’ora di vederlo. Il tuo blog è diventato molto bello!
Grazie del complimento! 😀