Intervista a Diego Galdino, autore del libro Una storia straordinaria

Intervista a Diego Galdino, autore del libro Una storia straordinaria.

Luca ha perso la vista, Silvia la serenità dopo un’aggressione in un parcheggio. Due “solitudini” che si incontrano in un cinema e da lì ricominciano a vivere. Insieme. Sono i protagonisti di Una storia straordinaria, l’ultimo romanzo di Diego Galdino, autore qualche anno fa del caso letterario Il primo caffè del mattino. Lo abbiamo intervistato, ecco cosa ci ha raccontato.

Partiamo con una domanda facile: come è nata la storia di Luca e Silvia, come si sono sviluppati e incontrati in te questi due personaggi? E quanto c’è di te, quindi in un certo senso di autobiografico, in ciascuno di loro due?
Una storia straordinaria è un romanzo nato come una sfida, la voglia di creare un intreccio narrativo diverso dal solito. Una storia che ricorda un po’ i drama coreani dove i sensi e i gesti diventano fondamentali. Dove la voglia di essere nel romanzo è tanta, talmente tanta da rendere i protagonisti una proiezione dell’autore stesso.

Il tuo libro racconta la straordinarietà dell’ordinario, di situazioni quotidiane che nascondono sempre qualcosa di inaspettato, come un incontro in ascensore, un appuntamento al cinema, uno scontro per strada. Come sviluppi narrativamente questo tuo sguardo sulla realtà? Voglio dire: qual è il tuo modus operandi per scorgere, tirar fuori e sviscerare la profondità delle emozioni più comuni?
Semplicemente chiedendomi cosa farei io se mi trovassi in quella situazione.

Il tuo libro ha una dedica particolare: a Roma. Non ad una persona, quindi, ma ad una città, che nel tuo romanzo assume la valenza quasi di personaggio e di “attore non protagonista”. Perchè questa dedica così curiosa? E quanta parte del tuo “io” è occupata da Roma?
Roma per me è casa, è mamma, è sorella, amica, amante. Non mi so vedere in nessun altro posto al mondo. E questa Roma non può non essere protagonista di ogni mio romanzo.

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Mi sono piaciuti molto i primi capitoli del tuo libro, strutturati intorno ai cinque sensi (olfatto, gusto, udito, tatto, vista). Come ti è nato questo incipit “sensoriale”?
Perché secondo me non diamo mai la giusta importanza ai nostri sensi. Così ho deciso di farlo capire ai miei lettori incentrando i primi capitoli proprio sui sensi, quasi a voler essere un mio omaggio a loro, un tributo.

C’è tanto cinema nel tuo libro. In ordine sparso, e molto liberamente, citi film come Serenditpity, Twilight, Forrest Gump, I cento passi, Unbreakable, La casa sul lago del tempo e moltissime altre pellicole. Quanto il cinema “invade” la tua vita quotidiana e di scrittore? E quanto cinema e letteratura sono vicine, quasi sorelle, nel tuo mondo creativo?
Il cinema accompagna da sempre la mia vita, è uno dei modi che ho per evadere dal mio contesto quotidiano. Di sicuro la mia scrittura è molto contaminata dalla settima arte. Io quando creo le mie storie nella mia mente lo faccio dando ai protagonisti i volti degli attori che reputo più adatti, quasi che le mie dita fossero una cinepresa che sta girando un film.

Ho trovato molto intrigante la presentazione dei due personaggi, con una sorta di vero e proprio montaggio alternato preso in prestito dal cinema. Leggendo mi è venuto in mente l’inizio di Ultimo tango a Parigi dove Bertolucci ci presenta i due personaggi in modo separato finché i due non si scontrano su un ponte. Quali film e quali scene di film sono rimbalzate nella tua testa scrivendo questo libro?
Uno dei film che amo di più in assoluto è La casa sul lago del tempo che poi altro non è che un remake del film coreano Il Mare. Ecco quando mi chiedono qual è il libro che avrei voluto aver scritto io, rispondo sempre… la scena del film La casa sul lago del tempo in cui lui pianta un albero davanti la casa in costruzione di lei, un albero che nel tempo la proteggerà dalla pioggia. Questo è il genere di film che prendo come metro di paragone per le mie storie.

Nel film Il caimano Nanni Moretti afferma che è sempre il momento di una commedia. Ecco, tu sei uno scrittore di romanzi dal forte stampo romantico ed emozionale. Pensi che, soprattutto in questi tempi di Covid in cui la distanza interpersonale si è fatta dominante con la “riduzione” di baci e abbracci, sia sempre il tempo di una storia d’amore?
Io credo che i romanzi come i miei siano un po’ delle favole per adulti che hanno lo scopo principale di farti addormentare serenamente, una lucina per la notte che ti protegge dall’oscurità… di una vita in cui il pericolo si nasconde nel buio delle preoccupazioni. Vorrei che chi leggesse Una storia straordinaria si dimenticasse per un po’ di tempo che è obbligatorio indossare la mascherina quando non si viaggia con la fantasia.

Ultima domanda, di rito: stai già scrivendo il tuo prossimo romanzo? Puoi anticiparci qualcosa?
Sì sto faticosamente scrivendo un nuovo romanzo, non tanto per mancanza d’ispirazione, perché come mi succede sempre quando inizio a scrivere una storia ce l’ho già tutta dentro la mia testa dalla prima all’ultima scena. Faticosamente perché forse ho poca voglia di lasciar andare Una storia straordinaria che sicuramente meritava un periodo di uscita migliore. Comunque il nuovo romanzo sarà una via di mezzo tra i film Vacanze Romane e Kate & Leopold. In pratica parlerà di una principessa coreana del Medioevo che si ritrova a Roma nei giorni nostri grazie all’aiuto di un ragazzo romano che ha un negozio di palle di neve.

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