Un amore all’altezza: basso è bello

Non è bello ciò che è bello, ma è bello ciò che è nano. Questa la parafrasi che si potrebbe applicare al celebre detto stando al nuovo film di Laurent Tirard, Un amore all’altezza, titolo italiano che una volta tanto non stravolge eccessivamente il senso dell’originale Un homme à la hauteur.

un amore all'altezzaIn amore, si sa, è questione di centimetri, anzi di misure, anzi di proporzioni, anzi di prospettive. Ecco sì, di prospettive. Chi l’ha detto che l’uomo deve essere (per forza) più alto della donna? Nessuno! Anche se la nostra cultura ci ha abituato a vederla così, e ogni volta che avvistiamo una “lei” più “slanciata” del “lui” ci voltiamo a guardarli, curiosi e stupiti. Nel caso di Alexandre (Jean Dujardin) sono ben 40 i centimetri che gli mancano per essere un “uomo medio”. Ma nella botte piccola, anche questo è noto, ci sta il vino buono. E Alexandre è simpatico, gentile, ricco, architetto di successo. Ad innamorarsi di lui è una bella bionda, Diane (Virginie Efira), avvocato in carriera che divide lo studio con l’ex marito, geloso cronico. La bagarre è presto servita: riuscirà Diane a farsi accettare (d)agli occhi altrui mano nella mano con un nano?

I francesi ci hanno oramai abituato a commedie lievi con una bella morale di fondo. Tra gli esempi più recenti ricordiamo Quasi amici e La famiglia Belier. Pur meno incisivo, Un amore all’altezza s’inscrive nello stesso filone, puntando (i piedi) su uno dei più amati divi del cinema transalpino: Jean Dujardin. Uno sciupafemmine che si presta a “rimpicciolirsi” per farci riflettere (ma senza esagerare) sull’ennesimo stereotipo della nostra società.

“Sognavo un principe azzurro alto, forte, che mi portasse in braccio fino al suo castello” afferma Diane. Che l’epoca del principe azzurro sia finita da un pezzo? È molto probabile. E Un amore all’altezza ci ricorda che ciò che si ha (e si sente) dentro è più importante del lato fisico che sfoggiamo ogni giorno al mondo.

Un amore all’altezza è una favola moderna ed eterna allo stesso tempo, salutare, mai spocchiosa, anzi ricca di brio grazie sia ad una regia che sa “metter in quadro” bene gli opposti sia ad una coppia di interpreti affiatati e sinceri: Jean Dujardin più che mai lavora sulla sua bella faccia da schiaffi e non sbaglia un colpo; Virginie Efira stupisce per autoironia e talento comico, da attrice brava oltre che bella.

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