Tuo, Simon: sincera teen comedy su tutti i colori dell’amore
Recensione del film Tuo, Simon di Greg Berlanti, con Nick Robinson e Josh Duhamel.
Scritto da Vanessa Forte.
L’amore contiene tutti i colori dell’arcobaleno.
Il diciassettenne Simon Spier (Nick Robinson) è un ragazzo fortunato: vive con genitori ideali (Jennifer Garner e Josh Duhamel) in una bella casa di Atlanta, ha una compagnia di amici leali e frequenta una scuola con dei professori adorabili (Tony Hale e Natasha Rothwell). Simon, però, cela un segreto che lo affligge e che lo porta a confrontarsi via email con Blue, un misterioso ragazzo nella sua stessa condizione. Cosa accadrà quando un suo compagno di scuola scoprirà casualmente questa corrispondenza?
Tratto dal romanzo Non so chi sei ma io sono qui di Becky Albertalli, Tuo, Simon è un film piacevole e leggero che, senza alcun vero scossone, scorre liscio come l’olio fino ad un prevedibilissimo happy ending. In altre parole, è un film assolutamente “normale” che, volutamente, richiama a decine di altre teen comedy.
Allora cosa lo rende “diverso”? In fondo sovverte un solo ma essenziale cliché: Simon non è segretamente attratto dalla reginetta del ballo né si scopre innamorato dell’amica di sempre. No, il cuore di Simon palpita per un altro ragazzo. Ebbene sì, il suo “terribile” segreto è che è gay, e il suo coming out è il tema su cui ruota il film.
Il regista Greg Berlanti costruisce, fin dal titolo, intorno a Simon un’opera ortodossa, la classica storia di un primo amore ostacolato dalle convenzioni ma fomentato dall’interrogativo su chi sia il misterioso Blue. Berlanti punta tutto su di lui, la versione accomodante e sublimata dell’adolescente tipo, figo ma con quella punta di imbranataggine nerd che lo rende cool, perfetto protagonista di una commedia rosa tra i banchi di scuola.
La vicenda di Simon viene raccontata in modo neutro, quasi banale, non dissimile da quella di un qualsiasi adolescente insicuro ma supportato da genitori progressisti, dagli amici di sempre e da quasi tutti i compagni di scuola che, nel loro insieme, non si scompongono di fronte a una rivelazione che non sorprende più nessuno. Ecco quindi che il “problema” rappresentato non è quello della mancata accettazione di sé o di un temuto rifiuto sociale, ma il non voler giustamente cedere all’univoca imposizione di dover comunicare agli altri le proprie scelte sessuali.
Il film non volge mai al tragico e gli aspetti più controversi sulla scoperta della propria sessualità vengono evitati, da un lato nell’ammirevole fine di mostrare la base comune condivisa da una qualsiasi persona innamorata, dall’altro nell’accettare il rischio, seppur calcolato, d’essere una pellicola anonima, omologata e indistinguibile da tutte le altre. Ma paradossalmente, il punto di forza di Tuo, Simon sta proprio in questo.
Conseguenza: un film sempre efficace nel ricercare sentimenti autentici che si candida forse a diventare, in quanto prima commedia romantica adolescenziale dichiaratamente omosessuale pensata per il grande pubblico, un simbolo per le future generazioni. Insomma, una celebrazione dell’amore in tutti i suoi colori e sfumature.