The Untamed (La región salvaje): nella regione più selvaggia dell’uomo
Recensione di The Untamed (La región salvaje) di Amat Escalante.
In principio era il sesso. Questo il punto d’origine del mondo secondo Amat Escalante che con The Untamed (La región salvaje) ci conduce, tra realismo e fantascienza, nella regione più selvaggia dell’uomo, dove non batte il sole della ragione e della civiltà.
The Untamed (La región salvaje), vincitore del premio per la miglior regia al Festival di Venezia 2016, è un’opera controversa e intrigante, che mescola il fantastico con il più profondamente terreno, in un angolo di mondo dove il selvaggio domina sul civilizzato. La regia, così come la messinscena, è sobria, quasi incolta, ma mai barbara, anzi “magicamente” raffinata in ogni suo dettaglio, lasciando parlare la realtà fino a far emergere il suo lato più irreale, iper-reale, dove il chimerico muta in un fantascientifico asservito al più innato e “sporco” dei desideri umani: il sesso. Il piacere in sé, scevro dalla smania di riprodursi, è il cuore pulsante del film e di tutti i personaggi, umani, animali e provenienti da lontano, dallo spazio, da un meteorite caduto sulla terra tanto tanto tempo fa. Bellissima la sequenza iniziale (che a molti ricorderà un po’ le atmosfere di Melancholia di Lars Von Trier), che prima ci sospende tra gli astri e poi ci sbatte in una stalla dove sta accadendo qualcosa di inspiegabile.
The Untamed (La región salvaje) di Amat Escalante è una parabola su come l’uomo abbia imbarbarito e imbastardito ogni cosa, trasformando in male anche quel bene più puro che regna sin dall’inizio dei tempi. E quella creatura viscida e spaventosa, come una sorta di incarnazione di una divinità del sesso, un Alien tentacolare che non desidera altro che accoppiarsi, un Argo dalle decine di tentacoli fallici che avviluppano e stringono (evidente il riferimento all’inquietante creatura di Possession di Zulawski) in una primitività selvaggia che oggi ci (ap)pare sconosciuta e orripilante.
Insomma, The Untamed (La región salvaje) di Amat Escalante è un grande film, proprio perché riesce a fondere, in una perfetta attrazione e compenetrazione degli opposti, psicanalisi, horror, film d’autore, naturalismo, sci-fi, eros, spingendosi oltre, ma senza mai cadere (in tentazione).