The Last Heist: criminali da strapazzo e un killer da manuale
Recensione di The Last Heist, film di Mike Mendez disponibile su Netflix.
Cercando attentamente nel catalogo di Netflix è possibile imbattersi in piccoli grandi film, opere minori alla quali non è concesso d’apparire nella nobile e privilegiata finestra della homepage della nota piattaforma. Ma per chi ha voglia d’andare un po’ più a fondo, come chi setacciava il fango con la febbre dell’oro, può trovare film come The Last Heist di Mike Mendez.
L’idea alla base del film è geniale e assurda: un gruppo di banditi professionisti (o almeno così dovrebbero essere) irrompe in un deposito bancario in dismissione. Il colpo sembra dei più semplici, un gioco da ragazzi da sbrigare in dieci minuti, con pochi ostaggi e tanta grana da portare a casa. Peccato che dentro ci sia anche il ricercatissimo “serial killer delle finestre”, che armato di solo coltello, uccide le sue vittime e poi ne cava gli occhi, per conservarli gelosamente nella sua cassetta personale all’interno della banca. Come non prevedere una carneficina?
The Last Heist è un indie bank-hostage thriller che, per sua natura, si presta facilmente ad essere frainteso e preso per un filmetto da quattro soldi, fatto con la mano sinistra. Ma l’apparenza inganna. Perché The Last Heist è un film che non si prende sul serio, giocando con un sottofilone del poliziesco ben rodato soprattutto nel cinema americano, puntando a minarne e metterne in ridicolo gli stereotipi. E ci riesce alla grande, ricorrendo ad un tono scanzonato, che non teme il joke più esibito (ma mai demenziale), fino a spingerci verso i lidi del buffonesco e del beffardo.
È quindi un film da vedere con lo spirito giusto, per ridere di un genere col quale non si è mai troppo scherzato. Mike Mendez ci riesce grazie ad una brillante scrittura dei personaggi: il killer che si presenta come un reverendo, dei bandits che paiono dei pischelli alla prima rapina, un ispettore donna tanto sexy quanto pungente nel mettere alla berlina la mascolinità dei colleghi uomini. Ma non solo. Tra i personaggi collaterali, spicca una vecchietta che non teme rapinatore né lupo alcuno, fonte di gag che strappano risate impreviste e incontrollabili.
The Last Heist, che già nel titolo (l’ultima rapina) ha un certo bizzarro sapore crepuscolare sul genere, ironizza “in modo serio” su una situazione (la rapina) che il cinema ha saccheggiato, ingigantito e tipizzato oltre ogni plausibile realtà. Ma non la butta in caciara, anzi sa “darsi un tono” ricorrendo ad un personaggio, il serial killer, davvero ben definito, inquietante nella sua subdola simpatia, senza dubbio uno degli assassini più sanguinari e insanguinati del cinema degli anni Duemila.