Star Wars IX – L’Ascesa di Skywalker: recensione
Recensione di Star Wars IX – L’Ascesa di Skywalker.
Star Wars IX – L’Ascesa di Skywalker è una (sonora e rovinosa) caduta per la saga più amata della storia del cinema. È inutile nascondersi dietro un dito: l’episodio IX di Guerre Stellari lascia ben poco allo spettatore se non un grosso “mah!” intorno alla riuscita del film. E la colpa è solo in apparenza di J.J.Abrams.
Se Star Wars: Gli Ultimi Jedi aveva avuto l’ardore e il colpo di coda di osare, rischiando anche di scontentare (e non poco su alcuni aspetti), L’Ascesa di Skywalker è un episodio codardo a cui piace vincere facile. Anche se una facile vittoria, come potrebbero insegnarci i Jedi, non è mai una vera vittoria. Star Wars IX è una mezza debacle a causa della sua casa produzione: la Disney. Infatti se a quest’ultima potevamo dare il merito, con Gli Ultimi Jedi, di aver tentato di rianimare una saga moribonda, a questo giro dobbiamo invece addossare tutte le colpe di un episodio lontano dall’essere memorabile. Da sempre nel cinema comandano le produzioni, e la storia della settima arte è piena di grandi registi resi monchi o spersonalizzati da chi “ci mette la grana”. J.J.Abrams è l’alfiere che ci mette la faccia e si prende gli schiaffi. Ma quest’ultimo capitolo della saga è più colpa della Disney che non sua direttamente. Diciamo che J.J.Abrams è lo specchietto per le allodole (noi spettatori) e allo stesso tempo capro espiatorio, punta di un iceberg che ha smussato le belle asperità e ricolorato i lati oscuri di una storica saga per renderla fruibile ad un pubblico sempre più ampio, ossia quello delle famiglie. Star Wars, con l’ultima trilogia, si è piegato e calzato come una scarpetta di Cenerentola ad un pubblico dagli 0 ai 99 anni che fa vendere biglietti, gadget e popcorn.
I gadget di Star Wars – Gli ultimi Jedi
Star Wars – L’Ascesa di Skywalker non aggiunge nulla a quanto già sapevamo dagli episodi precedenti, anzi palesa gli stessi difetti dall’episodio VII, riproponendo cliché già noti e adagiandosi sulle (poche ma pregevoli) novità introdotte dall’episodio VIII (su tutte la diade nella Forza di Kylo Ren e Rey). A poco serve ributtare nella mischia il mai defunto Palpatine o far spuntare nuovi personaggi come il droide D-O (che ricorda molto Wall-E e ancor di più la lampada saltellante della Pixar), se al contempo si toglie spessore e carattere a personaggi come Poe Dameron e Finn. Dando un colpo al cerchio e una alla botte, Star Wars – L’Ascesa di Skywalker non è né carne né pesce. Rimane un (ultimo?) episodio alquanto insipido, che si fa mangiare ma che anche rasenta appena appena la sufficienza per il buon cuore di fan (romantici e incalliti) che non sanno dare un brutto voto ad una saga che ha saputo ritagliarsi un posticino in infanzie lunghe una vita. Contributo importante per superare il sei politico viene dai due attori protagonisti, Daisy Ridley e Adam Driver, che danno luce e intensità a Rey e Kylo Ren, caricandosi sulle spalle un fardello più pesante del Millennium Falcon.