Sole Cuore Amore, l’Italia in insufficienza cardiaca
Non si può lavorare da morire, e ancor peggio non si può morire di lavoro. È questo il fulcro di Sole Cuore Amore di Daniele Vicari, un film che sferra un duro colpo alla pancia del mondo del lavoro nell’Italia di oggi. Un film che prima ti stringe a sé, come un abbraccio di chi è in cerca di conforto e coraggio, e poi ti pugnala nel silenzio di una stazione della metro.
Sole Cuore Amore è una grande opera, che esprime la necessità di raccontare quello che spesso neppure i giornali ci dicono oltre i dati statistici che già fanno sufficiente paura. Daniele Vicari continua sulla strada del suo cinema che è occhio sulla realtà sociale italiana. Sole Cuore Amore è un film che potrebbe formare una sorta di dittico con Il mio paese, che nel 2007 vinse il David di Donatello come miglior documentario. Dopo Diaz, Vicari ritrova se stesso, o meglio un film che sente davvero suo. Diaz, incerto e impersonale in più passaggi, gli ha garantito una notorietà più ampia, una notorietà che fino a cinque anni fa non aveva ancora ottenuto. Ora che anche il suo nome può essere associato alla parola “autore”, Vicari tira fuori il suo film più vero, che manganella con molta più veemenza del film sul G8 di Genova.
Sole Cuore Amore, un titolo con quelle tre paroline magiche di una celebre canzone che saturò le radio italiane nell’estate 2001. Tre parole positive, belle, raggianti. Tre parole che inquadrano alla perfezione la solarità, il cuore e l’amore che la protagonista, Eli (Isabella Ragonese), mette in tutto quella che fa, dietro al bancone del bar e dentro le mura domestiche, giorno e notte, fino allo sfinimento, fino a rovinare la propria salute. Gli stessi Sole, Cuore e Amore che Isabella Ragonese concentra in un personaggio difficile e gigantesco, epico e quotidiano, senza dubbio la sua performance più riuscita in questi primi dieci anni di carriera. Eli funge da exemplum di eroina e vittima dei nostri giorni, che ha il proprio tallone d’Achille nell’abnegazione, nello stacanovismo spinto, nel tenere duro nonostante tutto, ma anche in un cuore debole, anzi indebolito, che ama e si consuma ogni giorno di più.
Sole Cuore Amore è un film che fa male, scandalo, rumore, denuncia, più di tanti strilloni e titoloni. Un film che colpisce un nervo (assai) scoperto dello Stato italiano del Terzo Millennio, il quale sembra regredire in merito al tema del lavoro. Un film sulle relazioni umane che tengono ancora in piedi, in sordina, questo nostro (Bel)Paese, che non solo spesso non sa più arrivare a fine mese, ma talvolta tragicamente neppure a fine giornata, a dare il bacio della buonanotte ai propri figli (sventurati).