Scarafaggi di vetro: recensione del libro di Claudia Polsinelli

Recensione del libro Scarafaggi di vetro di Claudia Polsinelli.

libro scarafaggi di vetroMario ama Virginia. La ama alla follia. Ancora. Anche se la loro storia è finita. O forse non è mai cominciata. Mario non riesce a levarsela dalla testa. Tutto gli parla di lei. Ogni odore, oggetto, azione. Dove è passata Virginia, il ricordo si fa lancinante. Ora però Mario esce con Rachele. Le piace, è carina, dolce, simpatica. Le vuole bene. Ma non è Virginia. E Mario ama Virginia. La ama da morire.

Romanzo d’esordio di Claudia Polsinelli che, dopo aver raggiunto il “goal” delle 200 copie pre-vendute su Bookabook, è uscito in libreria a novembre 2020, Scarafaggi di vetro è un debutto che non lascia indifferenti sia per i temi trattati (un amore molesto, la malattia dello stalking, la violenza sulle donne, il femminicidio) sia per la giovanissima età della scrittrice (27 anni). C’è del coraggio, questo va detto, e non solo per il fatto che Claudia Polsinelli prenda le vesti, ma non le difese, di un uomo, Mario, come non ne dovrebbero esistere. Venti capitoli scritti fitti fitti, tutti al presente e in prima persona, Scarafaggi di vetro è raccontato dal punto di vista che fa più male, approcciandosi alla love story in modo non convenzionale. La scrittrice sceglie la porta più stretta, la via più tortuosa, e già questo è una medaglia al merito.

Il respiro della narrazione è interamente calibrato sugli alti e i bassi che s’intrecciano tra cuore e mente del protagonista. Il punto di vista è totalizzante, e qui forse sta uno dei pochi lati deboli, se così si può dire, del romanzo, che perde di vista l’orizzonte, la presenza del mondo circostante. Se i dialoghi funzionano in un crescendo di disperata adrenalina che trova l’inevitabile esito della violenza, le descrizioni della realtà rimangono superficiali, abbozzate. Se la turbolenta vita interiore di Mario viene sezionata e sviscerata a dovere, il mondo esteriore (a partire dai luoghi “attraversati” da Mario e Virginia) non è tratteggiato con la stessa intensità e dovizia di particolari pulsanti, parlanti, vividi.
Scarafaggi di vetro finisce così per guardarsi allo specchio, dimenticando quel “fuoricampo” che invece avrebbe dato ulteriore struttura e colore all’agonia spirituale del protagonista. Detto questo, esordire così giovane non è da tutti, e Claudia Polsinelli ha tutte le carte e il tempo per aggiustare il tiro. Le capacità, il talento, la passione per la scrittura gridano forte dalle pagine, ora il prossimo passo è dare il giusto ordine e le giuste sfumature.

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