Pequenas voces: perla rara dell’animazione – recensione
Recensione di Pequenas voces di Jairo Carrillo e Oscar Andrade.
Pepito, Jhoncito, Margarita e Juanito. Piccole voci che si elevano forti al di sopra del rumore di bombe e spari, dello sferragliare dei carri armati e del rombo degli elicotteri. Quattro piccoli personaggi che danno corpo (e voce) a quel milione di bambini vittime della guerra in Colombia, conflitto civile senza fine e troppo spesso dimenticato. L’esperienza della mutilazione e dell’arruolamento infantile, la perdita dei genitori, degli amici, della casa. La paura di chi vede la guerra come il Male, dove non c’è differenza tra esercito e guerrillos, buoni e cattivi, perché chiunque è armato semina il terrore indistintamente. Tutto questo è il prodigioso Pequenas voces di Jairo Carrillo e Oscar Andrade, massimi esperti dell’animazione digitale latino-americana. Tratto dall’omonimo corto presentato nel 2003 a Venezia nella sezione “Nuovi Territori” e in seguito approdato in oltre 40 festival internazionali, a distanza di 7 anni è un lungometraggio che colpisce al cuore, strappa applausi e lacrime.
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Il suo punto di forza è la semplicità. Dei bambini, delle loro parole e dei loro disegni imperfetti e schematici, che prendono vita tramite la digitalizzazione al computer. Così alberi, case, soldati, macchine, animali, l’intera realtà colorata con matite e pennarelli viene come ritagliata, abbandona il foglio di carta su cui nasce per essere trasposta in un mondo digitale di forme e personaggi dalle fattezze di bambole di pezza e dai contorni marcati. Una tecnica innovativa per la quale ci sono voluti ben 3 anni per metterla a punto. Dopo Valzer con Bashir, l’animazione torna a parlare di guerra con incisività. Il tutto è coronato da effetti sonori pregevoli e realistici, da una colonna sonora variegata che alterna musiche avventurose a liriche, di gusto spagnoleggiante a cupamente tragiche.
Recensioni di altri film d’animazione
Pequenas voces è un film documentario di emozioni, originale, commovente (è sufficiente citare la scena dell’abbandono dei 2 cagnolini), delicato e tagliente nello stesso tempo. Arte e creatività si alleano in una pellicola che sensibilizza, da far vedere nelle scuole nelle ore di storia ed educazione civica. E’ la dimostrazione che il cinema offre ancora nuove frontiere, tutte da scoprire e più espressive di quel 3D che sembra aver preso il sopravvento anche in quelli che un tempo chiamavamo cartoni animati.
Questo il link: http://www.mostradelcinema.net/dett_news.asp?ID=249
Poche delle mille cose interessanti arrivano in Italia.
Comunque mi fido dei tuoi giudizi e spero insieme a te.