Notte Fantasma di Fulvio Risuleo: recensione

Recensione di Notte Fantasma di Fulvio Risuleo.

Scritta da Alessia Ronge.

notte fantasmaIn un sabato sera romano, il diciassettenne Tarek (Yothin Clavenzani) – italiano di seconda generazione con papà egiziano e mamma indonesiana – lungo il tragitto per raggiungere i suoi amici, si ferma per comprare del fumo; poco dopo viene fermato da un poliziotto (Edoardo Pesce) che lo invita a salire in auto. Ha così inizio una stranissima notte.

Con Notte fantasma, presentato alla Mostra del Cinema di Venezia 2022 nella sezione Orizzonti Extra, Fulvio Risuleo firma il suo terzo lungometraggio, un dramma dal sapore noir esistenziale che però non convince del tutto. Da un lato abbiamo un uomo misterioso che alterna momenti di studiata gentilezza ad altri d’improvvisa aggressività, dall’altro un adolescente impacciato e goffo. Il poliziotto costringe il ragazzo a stare con lui e, invece di portarlo in commissariato, vi trascorre assieme tutta la notte fra risse, balli e inseguimenti, instaurando un legame silenzioso e profondo.

Il film ci porta in un detour metropolitano intriso di dialoghi e personaggi adatti più ad una visione destinata al piccolo che al grande schermo. Lo contraddistinguono una colonna sonora d’effetto, una regia ben costruita, ralenti ben posizionati nel corso del film e, infine, il giovanissimo esordiente Clavenzani, seppur ancora in parte acerbo per poter convincere del tutto.

Notte fantasma è un film dal grande potenziale che, purtroppo, si perde presto, come i suoi stessi personaggi: prende o perde tempo con una serie di colpi di scena, subito seguiti da momenti di tensione, per poi approdare a vari disvelamenti e allo scontato finale, il quale, invece di chiudere la vicenda, punta a giustificare le azioni dei due personaggi. La risultante è un film troppo studiato e calcolato.

Fulvio Risuleo spicca sicuramente per la grande padronanza alla macchina da presa e per un’ossessiva ricerca della bella immagine. Tuttavia, in Notte fantasma si percepisce il “retrogusto” del prevedibile. Molte situazioni non vanno a segno, direzionandosi su cliché in cui prevale, più che l’innovazione, una certa tendenza alla “strafottenza” della storia.

Peccato davvero perché il film poteva essere una bella novità, con un deciso carattere espressivo, mentre finisce per essere solamente un prodotto visivo e formale con una banale situazione conclusiva: all’arrivo dell’alba, tutto sarà diverso e nuovo.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.