Disorder – La guardia del corpo (Maryland) di Alice Winocour: recensione

Recensione del film Disorder – La guardia del corpo (Maryland) di Alice Winocour.

Disorder-Maryland-filmMaryland. Disorder. Disordine mentale, materiale, sentimentale dei due protagonisti. Il primo è Vincent (Matthias Schoenaerts), soldato francese delle Forze Speciali appena rientrato dall’Afghanistan, affetto da un disturbo da stress post-traumatico. Il secondo è Jessie (Diane Kruger), moglie di un ricco uomo d’affari libanese implicato in loschi traffici. Quando quest’ultimo parte per un viaggio di lavoro, Vincent viene assunto per garantire la sicurezza di Jessie. Ma la lussuosa villa che li ospita si trasformerà presto in una prigione messa sotto assedio dai nemici del marito…

Presentato nella sezione Un Certain Regard del Festival di Cannes 2015, Disorder – La guardia del corpo (Maryland) è un film di peso, di quelli che si muovono con gli scarponi, di quelli che non giocano di fioretto. Palesa questa sua indole aggressiva sin dalla prima sequenza: rallenti su un gruppo di militari che marcia nel fango verso il fronte di battaglia. Disorder – La guardia del corpo (Maryland) è un po’ truzzo e un po’ tamarro, ma con classe, con lo smoking e la fotografia curatissima e sfarzosa. Un film che fa della suggestione, soprattutto sonora, l’arma di difesa di una sceneggiatura debole, volontariamente debole. Sa quali sono le carte che vuole giocarsi e sa difendersi con dignità. Erge la colonna sonora a sua guardia del corpo. Una colonna sonora rombante, affollata di suoni graffiati, sgranati, dissonanti. Immergendoci come in una discoteca dai volumi assordanti, un espediente che converge nella creazione del profilo di Vincent, tormentato da allucinazioni, paranoie, sensazioni di continuo pericolo imminente.

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Matthias Schoenaerts e Diane Kruger sanno spartirsi bene lo schermo. Lui confeziona un’ottima performance, tesa, rabbiosa, a tratti inquietante, senza mai scivolare verso l’eccesso. Il suo volto e la voluminosità del suo corpo da pugile di periferia monopolizzano e saturano lo schermo. Lei, di una bellezza slavata e affascinante, è precisa e morigerata anche nei momenti di paura e di pericolo, sintomo di una prova d’attrice che dimostra anche il lavoro compiuto sugli attori dalla regista.

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Alla fine della fiera, però, qualcosa manca. Il finale funziona, ma non scioglie il (nostro beneficio) del dubbio sul fatto che manchi quel passo in più per svincolare Disorder – La guardia del corpo (Maryland) dalla scomoda etichetta dell’esercizio di stile.

Un commento

  • Silvana torella

    Maryland è veramente un film avvincente, a volte inquietante, profondo,che lascia pensare a quanto possa trasparire sofferenza dal solo sguardo dei due protagonisti.una grande e riuscita prova dei due attori protagonisti soprattutto lui. Resta solo il dubbio nel finale se il ritorno di lei che lo abbraccia sia vero o una sua illusione.

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