Vita da blogger: intervista a Gea Petrini, autrice del libro
Intervista a Gea Petrini, autrice del libro Vita da blogger. Guida per stare in rete.
Scrivere sul web, strategia per i social media, newsletter, podcast, spiccare su Instagram e Facebook. Sono solo alcuni degli argomenti trattati nel libro Vita da blogger. Guida per stare in rete di Gea Petrini, founder e direttore del network Point Notizie e nota bookblogger col nome di GeaBook. La sua guida è una preziosa risorsa per chi crede nelle parole e nella scrittura, in particolare sul web e sui social. L’abbiamo intervistata, ecco cosa ci ha raccontato.
Com’è nata l’idea di scrivere questa guida? E’ frutto della tua esperienza personale lunga vari anni…
L’idea è nata durante il primo lockdown da due esigenze. Una relativa allo shock della fase, alla crescita fortissima delle piattaforme social come strumento necessario per esprimersi, relazionarsi con gli altri, lavorare, studiare. L’altra è strettamente legata al mio percorso personale. Ho quasi quindici anni di esperienza nel giornalismo e negli ultimi tre anni, dopo un master alla Business School del Sole 24Ore in Social Media Communication, ho investito molto di me stessa nella formazione in campo digital, partendo sempre dal mio terreno, che sono le parole e la scrittura. Il giornalismo digitale e il blogging mi hanno fornito nuovi stimoli: era arrivato il momento di condividere la mia esperienza e quello che imparo ancora ogni giorno. E così ho detto a me stessa: mettiamo nero su bianco una guida livello starter, per chi proprio è a zero e ha bisogno di orientarsi, e l’ho voluta scrivere in maniera diretta come si fa con un blog, non come un manuale.
Vita da blogger. Ma il termine blogger nel 2021 non è anacronistico? Esiste ancora la figura del blogger?
Questa è una bellissima domanda, perché è un argomento sul quale si discute molto. Il blog sembrava scomparso a un certo punto come spazio e strumento, sostituito dai social stessi. Invece è tornato protagonista, non può esserci un creatore di contenuti sul web che prescinda dal blog, fermo restando ovviamente casi particolari. Ma in linea generale, se vuoi stare online con un progetto, il tuo blog è l’ancoraggio che ti serve, la base dalla quale partire. Ricordiamoci che i social cambiano, e possono essere soggetti a stravolgimenti, è fondamentale avere un sito per i nostri contenuti. Essere un blogger oggi è avere un blog inteso come sito, e certo poi tutte le declinazioni possibili. Da YouTube ai podcast.
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“Accendi un sogno e lascialo bruciare in te”. Questa la citazione da Shakespeare che apre il tuo libro. E’ tutta una questione di passione che arde nel blogger? O almeno è il punto di partenza…
Io credo che sia la scintilla grazie alla quale riusciamo non solo a imprimere forza alle nostre idee ma ad arrivare agli altri, a costruire la community che oggi è l’obiettivo che più conta per chi sta in rete. Poi diciamolo chiaramente, stare online è anche molto frustrante, una strada piena di aspettative deluse, senza la passione non puoi avere la motivazione giusta. Partire da quello che ci piace, il segreto è questo.
Negli ultimi 2-3 anni la fruizione del web e l’uso dei social hanno avuto un’accelerazione pazzesca rispetto a 5-10 anni fa. Come è cambiato il nostro rapporto con Internet?
La tecnologia e lo sviluppo dell’intelligenza artificiale, il larghissimo uso dei social, hanno cambiato la nostra vita in quasi tutto. Conoscere qualcuno, formarsi, socializzare, informarsi, fare rete, crearsi opportunità, fare acquisti. E ancora commentare un evento televisivo, andare a fondo di un interesse, avere a portata di mano tutto. La vita online ormai è quasi indistinguibile da quella che chiamiamo reale. Sono cresciute le potenzialità e i vantaggi ma anche i rischi nei quali possiamo incorrere, incluse le fake news. Per questo a fronte di un uso diventato così penetrante deve crescere anche la responsabilità con cui ci stiamo. Solo mantenere toni sempre costruttivi può diventare un’impresa ma è fondamentale.
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“Per stare in rete”, come recita il sottotitolo del libro, è oramai imprescindibile vivere i social, che occupano un posto di rilievo nella tua guida. Quanto contano oggi in termini di marketing e brand o più semplicemente di visibilità?
Tantissimo. Togli i super famosi, parliamo di chi non ha venti milioni di followers. I social per chiunque possono essere una grande opportunità se usati bene, fare personal branding sui social è possibile. Ma come? Credo servano tre requisiti fondamentali: creare contenuti di valore, l’autenticità di chi li realizza e la voglia di essere costanti per dare vita a una community. Non si deve spezzare il rapporto di fiducia con chi ci segue, e veicolare invece sui social noi stessi e i nostri progetti. I brand hanno tutto l’interesse non solo a stare sui social ma a utilizzare l’influencer marketing per arrivare al giusto target.
Anche stare in video pare essere una necessità alla quale non si può più scappare per creare una propria community costante e appassionata. Bisogna metterci la faccia?
Qualsiasi esperto di marketing online ti dirà che è essenziale metterci la faccia. Piace all’algoritmo dei social perché piace alle persone. Storie, Reels, Igtv su Instagram, e le live anche su Facebook, i video spopolano perché sono più impattanti. E fanno vedere chi sei, creano un legame maggiore con i followers.
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Sempre più in voga sono i podcast, a cui dedichi un intero lungo capitolo di “Vita da blogger”. Sono la vera nuova frontiera dell’informazione e non solo. Quanto credi che sia importante, da vari punti di vista, il formato podcast?
Sono innamorata dei podcast da ascoltatrice e da produttrice di contenuti audio. Il fenomeno podcast ha avuto una crescita pazzesca nell’ultimo anno, anche se il trend degli ascolti era già in salita. Sono aumentati i podcaster, non solo le grandi produzioni ma le persone che dal proprio home studio realizzano show di informazione, come nel mio caso con Politica Popcorn, di approfondimento, senza contare quelli narrativi. È la magia della radio, con una fruizione però che si sceglie nei tempi e nei modi, e nell’ottica della serialità. Le aziende stanno cominciando anche in Italia a capire le opportunità che offrono i podcast, i branded podcast che negli Stati Uniti sono la normalità.
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Nel tuo libro Vita da blogger affronti anche il tema del guadagnare (monetizzare dicono in molti!) con un proprio sito o blog. Mettersi in tasca qualcosa è davvero possibile?
Partiamo dal presupposto che io sono una giornalista e una social media strategist, non sono una esperta di business digitale. Quindi mi approccio al tema come farebbe una qualsiasi persona senza un background di marketing. Ti dico che sì è possibile guadagnare ma non è semplice per niente, a differenza di quello che pensiamo. Ci sono sempre più creator sui social, piccoli influencer, brand, blogger: riuscire a distinguersi è fondamentale, le basi sono quelle che ti dicevo prima, contenuti di valore e costanza.
Oltre che leggere il tuo bel libro, che consiglio daresti a chi vuole iniziare a fare blogging o implementare la propria presenza online?
Prepararsi, informarsi, scegliere profili da seguire e da cui imparare. E non scordare di divertirsi.