Le Ardenne, fratelli coltelli nel Belgio più nero

le ardenne film belgioCandidato del Belgio all’Oscar come Miglior film straniero nel 2017, Le Ardenne dell’esordiente Robin Pront è un debutto che sa come farsi notare, ma allo stesso tempo artificiale e artificioso sia nella regia che nella sceneggiatura.

Il plot s’incentra sul più classico triangolo amoroso in cui due fratelli amano la stessa donna, interpretata dalla sensuale ed enigmatica Veerle Baetens (Alabama Monroe). Uno l’ha amata prima di finire in carcere, l’altro mentre il fratello era dietro le sbarre. Ma un giorno il primo esce e viene il momento di una resa dei conti non più procrastinabile.

Le Ardenne è un noir teso ma allo stesso tempo rozzo in più passaggi, anche se la regia di Robin Pront cerca di dare più personalità e spessore possibile sia ai personaggi sia all’ambientazione. Alla fine della fiera, però, il risultato è sarso, perché lo spettatore non riesce mai davvero ad entrare nella storia, in sintonia o dissonanza con quanto accade. Tutto rimane un’acqua torbida in cui non riusciamo tuffarci davvero. Certo, detto questo, Le Ardenne è un discreto esordio, ma nulla di speciale, anche se Pront riesce comunque a confezionare un paio di sequenze che rimangono impresse, ovvero la scazzottata all’autolavaggio e la discussione sottovoce che sfiora la rissa nella stazione di polizia. D’impatto, e inaspettato, anche il colpo di scena finale.

Interessante, ma anche in questo caso non messo a fuoco a dovere, la scelta del titolo: Le Ardenne. Regione collinare dove da ragazzi i due protagonisti andavano a giocare, e dove ora da adulti si ritrovano ad uccidere e fare a pezzi cadaveri.

Le Ardenne, quindi, rimane in bilico tra piccoli pro e grandi contro, sintomo di un film i cui pezzi non sono stati incollati ad arte come invece potevano essere. Robin Pront ha sicuramente un futuro, e ne risentiremo parlare, ma ha ancora un po’ di strada da fare prima di meritarsi, come già molta critica ha fatto, l’appellativo di regista cult.

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