La tentazione di essere felici: recensione libro di Lorenzo Marone
Recensione del libro La tentazione di essere felici di Lorenzo Marone.
Si legge tutto d’un fiato La tentazione di essere felici, e non solo perché il titolo è un’ottima esca che ci fa sperare di trovare nel finale, ma anche pagina dopo pagina, il segreto di una vita piena, appagata e appagante. Il romanzo che ha reso celebre Lorenzo Marone è come una pepita d’oro emersa dal greto di un fiume, dal terriccio ruvido e fangoso di quella vita che, troppo spesso, attraversiamo ma non viviamo. Il suo protagonista, Cesare Annunziata, è un vecchio burbero indurito dal tempo, a prima vista un misantropo, una sorta di Scrooge dickensiano che spara a zero su tutto e tutti. Eppure, suscita simpatia sin dal primo capitolo, oltre ad un’innata e cinica comicità che scaturisce dalla sincerità purissima e senza filtri con cui si racconta e racconta quel manipolo di personaggi che gli ruotano attorno, all’inizio a debita distanza, come satelliti che non si discostano mai dalla propria orbita “di sicurezza”, alla fine collassati addosso al protagonista, attratti dalla forza centripeta di una tenerezza mal celata e di una bontà d’animo che non si può più tenere a freno.
“La più consistente scoperta che ho fatto pochi giorni dopo aver compiuto 77 anni, è che non posso più perdere tempo a fare cose che non mi va di fare”. Parafrasando il celebre passaggio del film La grande bellezza di Paolo Sorrentino, come un ben più popolano e partenopeo Jep Gambardella, Cesare Annunziata, giunto all’età di 77 anni, ha deciso che è giunto il momento di non avere più griglie, gabbie o preconcetti e libera tutto se stesso a suo rischio e pericolo, anche di stare bene, quasi ad un passo dalla felicità.
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Lorenzo Marone scrive La tentazione di essere felici in un assoluto stato di grazia, a regola d’arte, fluidissimo e profondo allo stesso tempo, denso di ironia ma anche di malinconia, cosciente di quella spada di Damocle che incombe su tutti noi: il tempo che passa. Ci strappa risate, risolini, ghigni, ma anche tuffi al cuore, brividi freddi, lucciconi. Mescola il dolce e l’amaro con una dovizia di dettagli e un’attenzione ai particolari in ogni paragrafo che lascia sconcertati, stupefatti, sopraffatti.
E anche tutti i personaggi di contorno, che poi tanto di contorno non sono, sono tratteggiati con la stessa cura riservata al protagonista. Caterina, Emma, Rossana, Sveva, Daria. Donne bellissime che lo hanno scavato dentro. Ma anche Dante, Federico, Marino, Enrico. Maschi, grandi e piccoli, che, a insaputa del protagonista, lo hanno reso più adulto, maturo, saggio.
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La tentazione di essere felici, al netto di una vicenda che (e forse questo è l’unico vero appunto che si può fare al romanzo) non è delle più attraenti, ha però l’enorme pregio di venire su grande e forte grazie a dei personaggi che non possiamo non amare e una scrittura piacevolissima in ogni pagina, priva di palesi sbavature di retorica e ricca di passaggi che ci fanno venire la tentazione di voler leggere ancora di quell’amabile vecchiaccio di Cesare Annunziata.
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