La ragazza del mondo di Marco Danieli: recensione

la ragazza del mondoLa ragazza del mondo di Marco Danieli è bel cinema italiano, anzi è bel cinema giovane italiano. Quindi vale di più. Perché fa ben sperare per le sorti della settima arte nostrana e di un giovane autore che con passo deciso ma non invadente apre il polmoni del grande schermo made in Italy.

La ragazza del mondo è un film coraggioso, sincero e pulito nello sguardo, capace di metterci faccia a faccia con coloro ai quali non apriamo mai la porta: i Testimoni di Geova. Un film che ci cala sin dalla primissima sequenza in questo non-mondo di regole, imposizioni, diktat ai quali non di deve (ma si può?) sfuggire. La scontro tra la “Verità” e il Mondo si realizza tramite due personaggi. Quello di Libero (Michele Riondino), che il mondo lo ha visto dietro e oltre le sbarre di un carcere, la cui reintegrazione e accettazione nella società impatta con chi il mondo, invece, deve accontentarsi appena di osservarlo. Si tratta di Giulia (Sara Serraiocco), incatenata dalla famiglia e dagli Anziani in un “regno” che le vieta addirittura d’iscriversi all’università, soffocando così il suo talento per gli studi e la matematica. Ma l’incontro/scontro con Libero spezza questi lacci, e le conseguenze saranno la fine, quella sì, del mondo…

La ragazza del mondo si articola solido nella dicotomia che dovrebbe reggere in piedi ogni buona storia e sceneggiatura: quella tra Legge e Desiderio, che può prendere anche la forma di Paura e Desiderio. Da una parte la religione e dall’altra il mondo, da una parte ciò che si fa per gli altri e dall’altra ciò che si fa per sé, per il proprio orgoglio, per la propria soddisfazione personale. Due opzioni inconciliabili, che obbligano Giulia ad una scelta drastica, che non lascia scampo. La ragazza sceglie Libero, cascando nel mondo con tutti e due le scarpe, uscendo da quella “Grazia di Dio” che Libero non ha mai conosciuto.
La ragazza del mondo quindi è un film che va oltre la rappresentazione dei Testimoni di Geova, approdando ad un’estensione dei temi valida per tutti, credenti e non.

Tutto molto bello: fotografia, regia, colonna sonora, gestione degli attori. Nessuno fuori parte, tutti concentrati in personaggi non facili. La prova rabbiosa, arcigna e crucciata di Michele Riondino si sposa benissimo con quella timida ma genuina di Sara Serraiocco. È lei la vera colonna del film, con una prova da premio, che conferma il talento della 26enne attrice pescarese, già da applausi nei panni della ragazza cieca in Salvo di Grassadonia e Piazza.

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