La paranza dei bambini: la fine dell’innocenza

Recensione di La paranza dei bambini di Claudio Giovannesi.

la paranza dei bambiniSiamo quello che vediamo. E i giovani protagonisti del film di Claudio Giovannesi sono quello che hanno sempre visto: criminali, assassini, truffatori. Vorrebbero continuare a essere bambini, come il titolo stesso dice, una frotta di ragazzetti che corrono appresso alle ragazzine, che giocano all’autoscontro al luna park, che inarcano le labbra quando un palloncino colorato vola in cielo. Ma la tentazione, dentro e intorno, è tanta, irresistibile, il peccato del braccio violento dell’altra (non) legge è una calamita alla quale non si può resistere. E così, ben presto, si fanno risucchiare, con tutta la loro innocenza, dal crimine, dal malaffare, dal fascino delle armi.

La paranza dei bambini è un ulteriore passo avanti in quanto a maturità nell’estro registico (già ben definito) di Claudio Giovannesi. Certo, se da un lato La paranza dei bambini non ha la forza, il ruvido romanticismo e la straziante genuinità di Fiore, assoluto capolavoro del cinema italiano degli ultimi anni, dall’altro ha però il carattere deciso e già svezzato per trattare un tema così delicato come quello descritto nell’omonimo libro di Saviano.

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Giovannesi, dopo Fiore, ha fatto un po’ di palestra dirigendo due episodi (il 7 e l’8) della seconda stagione di Gomorra – La serie. Il frutti si vedono. Ma si vede anche come il tocco noir che avvolge tutta la serie in La paranza dei bambini lasci spazio ad una tenerezza di sguardo sugli scugnizzi che ha del pregevole. Giovannesi sceglie i volti giusti, tutti, non solo quello del protagonista Francesco Di Napoli. C’è l’innocenza nei suoi occhi, limpidi e lucidi, innamorati e impauriti, desiderosi di fuggire in un altrove destinato a rimanere un miraggio.

La paranza dei bambini nel complesso funziona, ingranando pian piano, costruendo situazioni e psicologie senza fretta. Cresce nella seconda parte, ma perde qualcosa negli ultimi minuti, quando invece di esplodere si (rin)chiude in finale aperto e un po’ monco, un po’ tranchant. Nonostante questo, La paranza dei bambini conferma il talento, soprattutto visivo, di Giovannesi, con scene indelebili come quella della prova delle prime armi coperte dal rumore dei fuochi d’artificio o il lavaggio del viso truccato da donna di Nicola dopo il suo primo omicidio.

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