In mezzo al mare. Sette atti comici: recensione del libro di Mattia Torre
Recensione del libro In mezzo al mare. Sette atti comici di Mattia Torre.
Ci sono autori che se ne sono andati via troppo presto. Che ci mancheranno più di altri. E del cui “genio” avremmo voluto godere ancora un po’. Uno di questi è Mattia Torre, morto a 47 anni, il 19 luglio 2019. Noto al grande pubblico per la serie tv Boris, è stato un grande scrittore per il cinema, la tv, il teatro. E l’editoria. Come testimonia In mezzo al mare, librino di 140 pagine con sette atti comici che mischiano con cinismo e lungimiranza il dolce e l’amaro che si annidano nelle storture della società moderna che ingabbia l’uomo comune.
Sette atti comici appuntiti, intelligenti, spassosi, che ci trascinano nella mischia di situazioni che hanno così dell’assurdo da risultare drammaticamente realistiche e reali. Squarci di vita vera e sognata, che ora cedono all’illusione e ora alla delusione, che ci fanno riflettere su paure, ansie, aspettative, valori.
La penna di Mattia Torre è fresca, sciolta, punta al colloquiale e rifugge ogni altare di ampollosità. Torre scrive per sé e per il lettore nel senso più alto di entrambe le missioni. Ma badate bene: questo giudizio non è inflazionato dal fatto che ci ha lasciati troppo presto. È un dato di fatto, che si staglia imponente al cospetto della nostra sensibilità leggendo ogni racconto. Certo, alcuni sono più riusciti e altri meno, ma l’abilità narrativa, non priva di (s)punti davvero originali, è palese in ogni pagina.
I luoghi comuni e gli stereotipi perdono la loro natura di “già visto” assumendo connotati decisi, angolature che profumano di nuovo, e la lettura diventa un piacere assoluto, un uragano di sensazioni che si susseguono a gran velocità.