Happydemia: recensione del libro scritto da Giacomo Papi

Recensione del libro Happydemia di Giacomo Papi.

happydemia libro giacomo papiIn un periodo, il primo lockdown da Coronovirus, in cui molti scrittori hanno ammesso di essere incappati nel blocco dello scrittore, lasciando intonse le pagine bianche dei loro pc a causa di una carenza di input e ispirazioni, Giacomo Papi si è distinto dalla massa e ha scritto Happydemia, che scaturisce direttamente da quel mood di reclusione che ha colpito tutti. Il risultato è un piccolo romanzo che fa leva sull’osservazione della realtà immaginando una società, allo stesso tempo attualissima e distopica, in cui in giro dominano i rider e dove antidepressivi e sonniferi sono l’antidoto alla pazzia.

Dietro un titolo troppo simpatico, che gioca col termine “epidemia”, Happydemia forma con Il censimento dei radical chic (che ho molto apprezzato e di cui ho già scritto, ri-leggi la recensione) un dittico sulle storture di una comunità sociale che distorce ogni certezza, dove le alte sfere impongono regole per tenere al guinzaglio un popolo che rischia di farsi pericoloso e riottoso. Un dittico che ci aspettiamo di vedere presto trasformato in trittico, anzi una trilogia dove il mondo immaginato non è per nulla distante da quello che viviamo ogni giorno, dove elementi di fantascienza si fanno estremamente vicini a voi.

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Come già per Il censimento dei radical chic, la scrittura di Giacomo Papi brilla nelle piccole grandi trovate che hanno qualcosa di geniale e di nuovo, come i ficcanti editti emanati dal governo o alcuni nomi dati alle istituzioni (pur non volendo fare spoiler, non posso non citare il Previdente e non Presidente del Consiglio o il Ministero degli Affari miei e non dell’Interno) o ancora le avvertenze a bordo pagina che qua e là ci ricordano di lavarci le mani o non leccare le pagine o non toccarci gli occhi.

A ben vedere, Papi inventa poco, perché guarda con profonda attenzione la nostra Italietta sull’orlo di una crisi di nervi e la modella con la sua immaginazione dal forte sapore politico e satirico. E lo fa benissimo.

Infine, una menzione di merito va agli incipit dei libri di Papi, che sa come ammaliare subito il lettore. Happydemia comincia così: “I baci furono vietati all’inizio della seconda pandemia, insieme alle carezze, alle strette di mano e alle dita nel naso”. Realtà e ironia irrompono subito sulla scena con una forza non trascurabile.

Se ti è piaciuto questo libro, potrebbero piacerti anche: Il censimento dei radical chic di Giacomo Papi, 1984 di George Orwell e Fahrenheit 451 di Ray Bradbury.

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