Gomorra 2 – La serie: seconda stagione, recensione [spoiler]
Attenzione SPOILER!
Se la prima stagione di Gomorra si chiudeva con un ultimo episodio sensazionale che apriva a sviluppi molto interessanti in vista della seconda, quest’ultima si chiude invece con un botto altrettanto grosso che però mette un punto fermo, apparentemente lapidario, alla serie, o almeno ad una sua bella fetta per come l’abbiamo conosciuta ed amata.
A sancire con forza il legame inscindibile tra prima e seconda stagione è proprio il primo episodio del “secondo tempo” di Gomorra. Infatti il primo episodio di Gomorra 2 suona più come il tredicesimo della prima stagione, essendone la diretta ed esatta continuazione, come se nel mezzo ci fosse stato solo uno stacco pubblicitario. E questa è una novità interessante lanciata da Stefano Sollima. Il quale, se già con la prima stagione aveva rivoluzionato il modo di fare serie tv in Italia, con l’incipit della seconda mina un’altra certezza che coinvolge lo spettatore: cominciare la seconda serie implica avere nitido come non mai nella mente come si è concluso l’ultimo episodio della prima, recuperando con rara prontezza la suspense (mai) interrottasi.
Segue quindi un secondo episodio “introspettivo” che punta a ricostruire il rapporto tra padre e figlio, tra don Pietro e Gennarino, tra il re deposto che rivuole il suo trono e il nuovo giovane re che il trono se l’è conquistato (o usurpato, dipende dai punti di vista). Il terzo episodio, però, non sposa la stessa linea di transizione, ma è un ingranaggio a sé interamente dedicato a don Salvatore Conte, ponendolo come assoluto protagonista del primissimo e cinico colpo scena della seconda stagione, “dando un taglio” netto e definitivo al suo personaggio facendolo fuori in una pozza di sangue. Meno uno, ed è solo l’inizio.
Inizio della seconda stagione che ha il suo vero avvio dal quarto episodio. Si riparte da uno dei temi cardine della seconda parte della prima stagione: i giovani contro i vecchi. Faccenda che si fa ancor più spinosa se lo scontro è in famiglia. Infatti, con don Pietro ancora latitante dopo l’acrobatica liberazione dal carcere, Ciro, passato da amico a nemico, chiede di dialogare con Gennaro e non col boss riconosciuto. È l’inizio di faide interne ed esterne che trasformano Gomorra 2 in una vera carneficina. Episodio dopo episodio vengono fatti fuori un po’ tutti, come in un dramma shakespeariano: muore ‘O Principe, muore ‘O Nano, e a ruota molti altri. Tradimenti e vendette tra “fratelli” diventano così all’ordine del giorno trasformando la camorra in una sorta di apocalisse della criminalità organizzata. L’escalation prosegue inesorabile fino all’ultimo episodio dove a lasciarci le penne sarà, a sorpresa, niente meno che don Pietro Savastano.
Gomorra 2 è quindi la fine di un’era, che da un lato colpisce basso lo spettatore, dall’altro dà agli sceneggiatori la possibilità di creare con maggiore libertà la terza stagione. Dal punto di vista strutturale, la seconda stagione, a differenza della prima che presentava e definiva personaggi e atmosfere, procede per lo più per episodi dedicati a singoli personaggi. È così per don Salvatore Conte, per ‘O Nano, per i personaggi femminili di Scianel e Patrizia. Sotto-trame ed episodi ad personam che un po’ allentano il filo principale della serie, pur non facendo calare l’attenzione e l’entusiasmo dello spettatore.
Il trio dei registi della prima stagione diventa un quartetto. A Stefano Sollima, Claudio Cupellini e Francesca Comencini s’aggiunge Claudio Giovannesi. Sollima, da buon padre della serie e supervisore generale, si prende i primi tre episodi, Cupellini se ne prende quattro compresi gli ultimi due, la Comencini se ne prende tre, mentre Giovannesi ne dirige egregiamente due sulla metà della stagione, uniformandosi bene al taglio e al ritmo imposto dagli altri colleghi. Ecco, dal punto vi vista registico la seconda serie è più omogenea della prima, e questo è un bel punto a favore del gruppetto “ampliato” dei registi.
Gomorra 2 è quindi un’ottima seconda stagione, fermo restando che la prima era semplicemente superlativa. Ma superato “l’effetto novità”, Gomorra 2 sa tenere alta la testa, riuscendo a non deludere quasi mai uno spettatore sempre più esigente e desideroso di profumo di Cinema sul piccolo schermo.