Elvis e Nixon: a little less conversation.
Ci sono incontri storici. Poi ci sono incontri segreti. E poi ancora incontri storici segreti. Uno di questi è quello tra Elvis Presley e Richard Nixon avvenuto nel dicembre del 1970. Un faccia a faccia tra due pesi massimi che ha così dell’incredibile da essere verissimo.
Elvis e Nixon, diretto con brio da Liza Johnson, è innanzitutto un film d’attori, due grandi attori: Michael Shannon e Kevin Spacey. L’uno più bravo dell’altro. Michael Shannon si conferma uno degli interpreti americani più plasmabili e pragmatici degli ultimi anni. Un gigante non solo in statura fisica, ma anche di bravura. Il suo Elvis è carismatico, graffiante, ma anche un po’ malinconico. Kevin Spacey oramai è perfettamente a proprio agio nei panni del leader (Frank Underwood docet!) ed è una copia spiccicata di uno dei Presidenti d’America più discussi di sempre.
I due non gigioneggiano e non rendono una caricatura i due personaggi. Rimangono nella parte, con i piedi per terra, a favore di una prova precisa e asciutta, rock ma non troppo, mai sopra le righe.
Elvis e Nixon ha il pregio di portare sul grande schermo uno di quelle storie reali che profumano di cinema, che sembrano nate nella fantasia ma in realtà sono successe veramente. Ha però il difetto di restare troppo in superficie, al livello goliardico dell’incontro, senza approfondire il sostrato politico-economico che sottende all’incontro (ci si limita a qualche immagine televisiva che manda in escandescenza “the king”). Tutto rimane con la consistenza di una cartolina e non di una fotografia, come qualcosa che ha lasciato un segno forte nella Storia ma debole in chi guarda.
Elvis e Nixon è quindi un film che suscita un gran bagaglio di curiosità, e in parte la colma, ma non sa andare oltre questo. “A little less conversation, a little more action” cantava Elvis. Ecco, è quello che volevamo dal film: un po’ meno chiacchiere, un po’ più azione.