Effetto Notte: Truffaut docet – recensione

effetto-notteRecensione di Effetto notte di Francois Truffaut.

Dicesi “effetto notte” quella tecnica cinematografica che tramite l’uso di un filtro trasforma in notturna una scena girata in pieno giorno. E’ il sommo esempio della magia e del potere mistificatorio del cinema.

Cinema mon amour. Poteva essere questo il sottotitolo ad Effetto notte, capolavoro del 1973 di Francois Truffaut. Una dichiarazione d’amore alla settima arte, uno zibaldone contenente tutta la poetica del maestro francese, meta-cinema all’ennesima potenza.

10 frasi indimenticabili di Francois Truffaut

Il regista di Jules e Jim ci mostra tutto il backstage umano, tecnico e artistico presente dietro ciò che noi aprendo appena le labbra chiamiamo film: le battute scritte la sera prima di girare, le pressioni della produzione, pioggia e neve posticce, le scene ripetute più volte, capricci e nevrosi degli attori. E macchinisti, nullafacenti, costumiste e truccatrici improvvisate comparse fino al cambio della sequenza finale causa decesso della star di turno.

Truffaut spulcia ogni soluzione tecnica, visiva e sonora, come a voler passare in rassegna i valori che hanno costellato la sua vita, tra sogno e realtà, davanti e dietro la macchina da presa. L’uomo e l’attore, il personaggio e il regista mischiano i loro piani fino a coincidere.

Una pellicola, come in realtà tutte quelle di Francois Truffaut, che non può sfuggire ad ogni vero cinefilo.

Tra le tante frasi da antologia di Effetto Notte, ne segnalo una sola: “Si può girare un film su tutto, basta sfogliare il giornale”.

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