Dragged Across Concrete di S. Craig Zahler: recensione
Recensione di Dragged Across Concrete di S. Craig Zahler.
“Volevo fare un poliziesco carico di suspense” ha affermato il regista S. Craig Zahler. Ma Dragged Across Concrete è molto di più. Va oltre il film di genere incentrato sul poliziotto buono e il poliziotto cattivo. Perché satura e ribalta tutto ciò a cui ci siamo abituati negli anni Settanta e Novanta.
Dragged Across Concrete dilata i tempi di un genere che sull’action, e anche su qualche seria incursione del thriller, c’è cresciuto. Sicuramente il più maturo dei film di Zahler, dà un bel colpo alla nozione di genere dopo quelli già sferrati, anche se più imprecisi, con Brawl in Cell Block 99 e Bone Tomahawk. Dragged Across Concrete germina su dialoghi cinici, sfacciati, giocando col fuoco della questione razziale risvegliatasi (o forse mai sopita?) negli ultimi anni sul suolo americano.
Il film è una vera bomba, con due attori che infondono una (nuova) e calzante forma alla propria carriera: Vince Vaughn, dopo aver interpretato l’energumeno spaccatutto in Brawl in Cell Block 99, trova maggiore personalità interpretativa e si libera definitivamente dall’aura di gigante buono da commedie sentimentali; Mel Gibson, artefice del proprio mito a partire da Martin Riggs di Arma Letale, ora ne trova il compimento crepuscolare, decadente, dignitosissimo.
Dragged Across Concrete è un film concreto, che non si perde in passaggi inutili. Un film che anche quando sembra “cazzeggiare”, in realtà sta tirando le fila di un racconto che nel finale trova, nella “sana” ma non incontrollata violenza, la postilla perfetta.