Cosa sarà di Francesco Bruni: recensione film con Kim Rossi Stuart

Recensione di Cosa sarà di Francesco Bruni.

cosa sarà con kim rossi stuartCosa sarà è un film che ci dà varie conferme.

La prima è che Francesco Bruni è probabilmente l’artefice della miglior commedia possibile oggi in Italia. Aveva dato segnali importanti sin da Scialla!, notevole esordio dietro la macchina da presa datato 2011, seguito poi dal meno riuscito ma non per questo da buttare Noi 4 nel 2014 e nel 2017 dal commovente Tutto quello che vuoi con uno strepitoso Giuliano Montaldo come protagonista. Cosa sarà è la conferma definitiva. Profondità di contenuti e buona definizione psicologica dei personaggi, una sceneggiatura scritta con cura, senso del ritmo e della narrazione. Bruni ruota ancora attorno a quei temi che gli sono cari da sempre, ovvero la famiglia, il rapporto genitori-figli, il confronto inter-generazionale. Come sa affrontare e amalgamare il tutto alla perfezione, ha pressoché del prodigioso.

La seconda è che Kim Rossi Stuart è probabilmente il miglior attore italiano in circolazione. Se la gioca ad armi pari col collega e amico Pierfrancesco Favino. A suo agio nel dramma come nella commedia, dà il suo meglio dove il dolce e l’amaro s’incontrano a metà strada, come in Cosa sarà, che su questo aspetto, come gli altri film diretti da Bruni, ha tutte le fattezze per essere inquadrato come una degna evoluzione e rielaborazione della mai dimenticata commedia all’italiana degli anni Cinquanta e Sessanta. Kim Rossi Stuart sa marcare la recitazione senza mai scadere nella caricatura o la macchietta, anzi enfatizza quelle emozioni che nella vita spesso per pudore teniamo represse. Sa come strapparci una divertita risata ma anche una lacrimuccia che cade giù quando meno te l’aspetti.

La terza è che il cinema italiano, se affidato nelle mani e negli sguardi (cinematografici) giusti, sa ancora essere all’altezza di quello spirito che ibridava alla perfezione tragedia e commedia. Una tipologia di film italiano che, come la grande commedia all’italiana ci ha insegnato, scaturisce, germina e cresce intorno ad una buona sceneggiatura. Senza questa, il film non regge. Francesco Bruni, che di sceneggiature di successo ne ha scritte varie insieme a pesi massimi come Furio Scarpelli e Francesco Piccolo, soprattutto per Paolo Virzì (tra cui Ovosodo, My Name is Tanino, Caterina va in città, Tutta la vita davanti e La prima cosa bella), conosce bene questo (primo) comandamento e vi rimane fedele anche nelle vesti di regista, nelle quali, pur senza picchi particolari, dimostra personalità e fluidità.

Insomma, tre certezze del genere in un film solo, per di più una commedia (“Far ridere” era la prima regola della commedia all’italiana di Scola, Monicelli, Risi), sono un bottino assolutamente da non trascurare.

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