Come scrivere la recensione di un film? Ecco come si fa in 5 punti fondamentali
Come fare la recensione di un film?
Eh, bella domanda. Me lo sono chiesto molte volte. Da dove si comincia? E ci sono delle regole base che ci permettono di non “andare fuori tema”? Da autodidatta della critica cinematografica, e da blogger indipendente, credo che l’esperienza e la tecnica vengano col tempo, vedendo e scrivendo, vedendo e scrivendo. “Che non passi un giorno senza scrivere” diceva il grandissimo Morando Morandini. Ecco, io un maestro, un mentore, una guida in qualche modo ce l’ho avuta. Ed è stato proprio lui: Morando Morandini. No, non ho avuto il piacere di imparare standogli fianco a fianco (ma il piacere di incontrarlo sì, leggete qua), ma leggendo quello che ritengo essere l’unica vera bibbia per chi scrive di cinema e si domanda come fare la recensione di un film: il libretto Non sono che un critico, edito da Il Castoro.
Ecco, sia chiaro, io non sono nessuno per impartire lezioni su come si scrive una recensione cinematografica. Quindi non lo farò, non me lo sogno neppure! Ma Morando Morandini sì. “La recensione è, in fondo, un microgenere letterario, dunque ha le sue regole che in una certa misura si possono insegnare” diceva. Ecco quindi alcuni sui spunti che potete ritrovare sul suo manualetto Non sono che un critico (acquistabile su Amazon). Spunti che, amalgamati ben bene, già dicono molto su come scrivere una bella recensione cinematografica. Pronti? Eccoli:
I tre compiti principali di un recensore sono: informare, analizzare, giudicare, cioè: 1 – descrivere l’oggetto (il film) in questione con eventuali notizie sull’autore, sugli avvenimenti storici che costituiscono il contesto della vicenda o sulla sua origine letteraria o teatrale; 2 – enuclearne i temi evidenti o latenti, i significati, il discorso, il sottotesto, collegandoli con i film precedenti del regista, se ne vale la pena, o con altri prodotti dello stesso tipo o genere; 3 – formulare il giudizio di valore, graduando consenso e dissenso, elogi e riserve.
Il suo primo dovere [del recensore] è la chiarezza della comunicazione, cioè il linguaggio semplice, diretto, efficace, qualità che non corrispondono necessariamente a banalità, sciatteria, superficialità. È, insomma, un problema di scrittura, di tecnica espositiva.
Molti sono gli accorgimenti per essere chiari. Uno dei più sicuri è il ricorso a frasi brevi, ossia a una struttura del discorso dove la coordinazione prevalga sulla subordinazione. In altre parole: evitare i periodi resi complessi da frasi subordinate e da incisi.
Uno dei modi per essere efficaci è la ricerca di un attacco, di un avvio energico e inventivo, magari a effetto, allo scopo di catturare subito l’attenzione del lettore. E altrettanto importante è il finale, saper chiudere la recensione con un aforisma, un riepilogo secco del giudizio, una piroetta.
Il lettore deve essere messo in condizione di individuare le spinte ideologiche o emotive che hanno portato il recensore a esprimere un certo giudizio. Bisogna dare da bere al lettore, non dargliela a bere.
Volete altri consigli? Leggetevi il (doppio) decalogo del giovane critico
oppure questa “intervista immaginaria”!