Caes que ladram aos passaros di Leonor Teles: recensione

Recensione di Caes que ladram aos passaros di Leonor Teles.

Caes que ladram aos passaros Scritta da Vanessa Forte.

Presentato in prima mondiale e in concorso nella sezione Orizzonti Cortometraggi di Venezia 76, Caes que ladram aos passaros di Leonor Teles è uno sguardo sul problema ormai globale della speculazione edilizia.

È estate, la scuola è finita e il giovane Vicente, come tutti gli adolescenti, pensa a divertirsi. Tra un bagno al mare e un giro in bicicletta, nota come giorno dopo giorno la città di Porto stia cambiando sotto ai suoi occhi. La cosa lo incuriosisce, ma lo lascia indifferente fino a quando si rende conto che la gentrificazione sta colpendo anche la sua famiglia.

Leonor Teles, una delle più giovani e promettenti artiste del cinema portoghese, è la terza regista cui è stata assegnata la “carta branca” dal Consiglio Comunale di Porto nell’ambito del progetto Cultura in Espansione: un processo collaborativo che, in cambio di un anno di residenza artistica, chiede di sviluppare un progetto cinematografico basato sulle storie, i luoghi e le persone della città.

Il frutto di questa intesa è Caes que ladram aos passaros che, mescolando documentario e finzione (la famiglia protagonista è reale ma recita un copione concordato), racconta la quotidianità di un teenager di Porto, città colpita da speculazioni immobiliari sempre più aggressive che portano lui e la sua famiglia a dover lasciare la loro casa senza aver ancora trovato un’alternativa sicura.

Infatti, la continua riqualificazione della città, atta a soddisfare la domanda sempre più ampia di alloggi lussuosi o turistici, porta alla distruzione sistematica dei vecchi edifici dei centri storici con il conseguente sfratto dei residenti che, spesso, sono famiglie a basso reddito e quindi messe in difficoltà nel trovare un nuovo alloggio. È palpabile dalle domande indiscrete che un possibile locatore pone alla madre di Vicente per affittarle casa.

Pur meno personale dei suoi film precedenti, Leonor Tales in Caes que ladram aos passaros riesce ancora una volta a passare dal globale al personale, e viceversa. Il corto, infatti, è anche un’opera di formazione, visto che Vicente, resosi conto della situazione critica in cui versa la sua famiglia, abbandonerà l’adolescenza per diventare adulto. Ma è un cambiamento difficile da accettare e per cercare di sfuggirgli corre via in bicicletta. Ma una buca, simbolo delle asperità della vita adulta, lo fa cadere, lasciandolo lì, a terra, tra le risate o le lacrime o, forse, entrambe.

Leonor Teles ce lo mostra con sguardo delicato, tenero, positivo, che conferma il suo interesse verso le persone e il voler creare un rapporto confidenziale con loro.

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