Bonnie di Simon Wallon: recensione
Recensione di Bonnie di Simon Wallon.
Bonnie di Simon Wallon, presentato alla Mostra del Cinema di Venezia 2022 nella sezione Venezia Classici, è un documentario incentrato sulla figura di Bonnie Timmermann, una delle più famose casting director del cinema americano. Piccola di statura ma grandissima talent scuot, Bonnie viene osservata e raccontata sia sul lato professionale che su quello privato. La sua magistrale capacità, meglio definibile come arte o dono, di scegliere gli interpreti per un film si è dimostrata, negli anni, nella composizione di cast stellari in film come Una poltrona per due, Carlito’s Way, Miami Vice.
Il documentario è un grandissimo omaggio a questa donna, ma anche all’arte della recitazione. Il cast on screen, anche stavolta, è dei più preziosi: da Paul Auster a Steve Buscemi, da Benicio Del Toro a Liam Neeson. E questi sono solo alcuni dei centinaia di attori scovati da Bonnie Timmermann: la risultante è quella di una donna fuori dal comune, estremamente predisposta ad affidarsi all’intuizione, collaudata da una grandissima professionalità, frutto di anni di esperienza sul campo.
Il documentario vuole esplorare il lavoro del casting, elemento troppo spesso sottovalutato o poco compreso. Attraverso una serie di interviste, found footage e nastri di provini inediti, si analizza cosa sia realmente il talento e come individuarlo. Attraverso un montaggio e una fotografia eccellenti, si sottolinea come l’approccio di Bonnie, nell’America degli anni Ottanta e Novanta, si sia dimostrato estremamente innovativo e di come abbia cambiato con forza, imponendo un modello incentrato principalmente sulla diversità, il modo di fare cinema e televisione.