Athena di Romain Gavras: recensione
Recensione di Athena di Romain Gavras, disponibile su Netflix.
Non si può che rimanere impressionati di fronte a quello tsunami che è Athena di Romain Gavras. Un film audace, sfacciato, provocatorio, di quelli che tolgono il fiato e ci fanno interrogare sulle potenzialità di un cinema fortemente autoriale ma anche commerciale. Intorno ad un tema sociale che ha creato un vero e proprio filone nel cinema francese: le banlieue.
Athena, disponibile su Netflix e presentato in concorso alla 79esima Mostra del Cinema di Venezia, si apre con un piano sequenza di 12 minuti in cui un quartiere-palazzo francese viene conquistato, saccheggiato e messo a ferro e fuoco. È grande cinema, da grandi applausi. È l’inizio di una lunga guerriglia urbana, incessante, violentissima. Tra assedi, eserciti, fiamme, senza darci un attimo per (ri)prendere fiato, Athena è una somma di piani sequenza di riprese dal vero, più reali della realtà, che ci conducono in medias res, nel cuore pulsante e al centro di un corpo filmico vibrante, infuocato, disperato.
Il cinema francese, dai tempi de L’odio in poi, ha praticamente creato un mini-filone di film ambientati e incentrati sul mondo dei quartieri periferici parigini, ribollenti di rivalsa e violenza, sempre sul punto di esplodere come una mina. Athena è una vera bomba, una molotov incandescente che fa deflagrare un cinema che racconta il risentimento, la marginalità, la rivolta, con una potenza cinematografica che raramente abbiamo visto accendersi così velocemente. Un film che, anche solo per l’uso dei piani sequenza, meriterebbe di essere mostrato e studiato nelle università di discipline cinematografiche.
Non ci si capisce molto con la guerriglia in primo piano, fumogeni, bombe molotov ecc. sono stati i poliziotti a picchiare a morte il ragazzo tredicenne o la fazione estremista algerina? Comunque i 4 fratelli sono ben descritti ma è la trama ad essere confusa e non esaustiva purtroppo fino alla fine del film.