22 Luglio di Paul Greengrass: la recensione del film su Netflix

Recensione di 22 Luglio di Paul Greengrass, disponibile su Netflix.

22 Luglio di Paul GreengrassScritta da Vanessa Forte.

“La democrazia deve lottare per provare la sua esistenza”.

Presentato in concorso al 75esimo Festival di Venezia, 22 Luglio di Paul Greengrass narra della mattanza, 80 morti e più di 200 feriti, avvenuta il 22 luglio 2011 in Norvegia per mano di un estremista di destra xenofoba (Anders Danielsen Lie) contro coloro che egli definiva “marxisti, liberali e membri dell’élite”.

Basato anche sul libro One of us: the story of an attack in Norway and its aftermath di Asne Seierstad, 22 Luglio incentra il motivo del suo essere sull’ormai consolidato scollamento tra politica e società, con l’intenzione di far riflettere lo spettatore sulla pericolosità della deriva populista e di estrema destra ormai globalmente dilagante e di come il male non vada cercato in supposti nemici esterni ma all’interno delle nostre stesse società. Non a caso, i fatti narrati non sono opera di uno squilibrato o di un “diverso”, ma un atto nato e cresciuto all’ombra di un preciso pensiero politico, un mostro che si ciba di rabbia, frustrazione e paura, e che riesce a mettere in crisi, come il film ben evidenzia, lo stato di diritto e le stesse fondamenta della democrazia.

Greengrass sviluppa il racconto in maniera didascalica, descrivendo per filo e per segno l’attacco, il successivo smarrimento e la disperazione di vittime e familiari, per poi concludersi con il processo all’attentatore, nel tentativo di dare tre punti di vista fondamentali: le farneticanti convinzioni del terrorista, i dubbi etici della politica nel tentativo di difendere la democrazia, la pena e il conseguente senso di colpa dei sopravvissuti e delle loro famiglie. Una generale e sanguinosa lotta tra bene e male dove tutti si mettono in discussione tranne l’attentatore, che rifiuta ostinatamente di mostrare quel minimo pentimento che possa dargli una parvenza di umanità.

Se nella sua prima parte 22 Luglio scorre (l’orrore delle scene dell’attacco sono rese perfettamente da un montaggio giustamente non troppo sincopato), nella seconda (quella legata alle conseguenze psicologiche e legali) il climax tende ad appiattirsi fino a risultare poco avvincente. La determinazione del regista nel voler mantenere un’ottica oggettiva, equidistante e il più possibile “globale” rende anche i personaggi troppo schematici e alquanto algidi. Nonostante questi “difetti”, 22 Luglio rimane un buon film, rispettoso e non ricattatorio.

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