007 Skyfall: James Bond reloaded

007007 anno zero. Sam Mendes resetta 50 anni di storia cinematografica dell’agente segreto più famoso al mondo e dà il via ad un nuovo corso.

Skyfall: due ore e mezza tese, avvincenti, rudi, spettacolari (ma mai verso quel troppo iperbolico alla Mission Impossible) e un colpo di scena con scacco matto alla “regina” che lascia a bocca aperta e antenne dritte sul già annunciato sequel. James Bond/Daniel Craig piove, anzi cade dal cielo (e dalla ferrovia!) come un non-eroe che vuole rinascere a nuova vita, pur facendo tesoro del suo passato (vedi l’omaggio a Solo per i suoi occhi e l’Aston Martin col più classico “rimorchio musicale” bondiano).

La licenza di uccidere è sempre la stessa ed è più terrena che mai. Daniel Craig non ha lo charme simpaticamente sornione e mascalzone di Sean Connery né lo chiccoso e sensuale “spirito inglese” di Pierce Brosnan. E non è propriamente un hero impavido. Craig, ruvida barbetta corta, profilo greco e frozen (o golden?) eye, è un agente/uomo, che suda paura, con gli occhietti bordati di stanchezza, con i limiti del comune mortale che spara storto e affanna alla sbarra. Pur capacissimo d’atletici colpi di reni (e karate) e corse all’impazzata su due ruote (alcune sequenze action sarebbero favolose da vedere in 3D!), ha dei limiti che sono la sua marcia in più, il discriminante da un terminatoriano Jason Bourne.

Il ritorno al passato sta anche nei mezzi e nelle armi utilizzate. Questo Bond non è un Batman superdotato. In tasca una mini-radiolina d’indubbia potenza e una piccola calibro che sa di rivoltella da Cluedo. Il nuovo Q gli fornisce lo stretto indispensabile: l’automobile che si muove da sola è un lontano miraggio.

Fattore che poi sbilancia pesantemente 007 Skyfall verso una promozione a pieni voti, è la scelta di un bel villain: un cotonato, corroso “dentro”, effemminato e spietato Javier Bardem interpreta un Raoul Silva che, pur non rimuovendo pomelli dalle porte con la pressione di una bombola a gas, ricorda assai da vicino l’Anton Chigurh di Non è un paese per vecchi dei fratelli Coen.

Poche pulci che possiamo fare a questo film. Ma su una non possiamo tacere: il James Bond di Daniel Craig non ha l’appeal per pronunciare frasi ad effetto come “Sono stato a godermi la morte” o “Il mio hobby preferito? La resurrezione!”. Stonano, stridono, con fare quasi comico.

In conclusione, Skyfall convince e sorprende anche come action movie in sé, con un character in giacca e cravatta per il quale non solo la morte può attendere, ma la vita può essere vissuta più di due volte. Grande James Bond, grande Sam Mendes!

Ah dimenticavo… Daniel Craig sarà anche perfetto per qualsiasi spot da Chanel a Dior ad Armani, ma corre come un impalato pupo siciliano, un anti-estetico e impettito Forrest Gump…

13 commenti

  • Bella recensione, molto condivisibile. Un paio di aggiunte: i titoli di testa veramente onirici e con la titletrack eseguita per intero e il product placement è un po’ troppo evidente con lunghi secondi di inquadratura marchi che sanno proprio di pubblicità e interrompono il ritmo narrativo

  • considerato l’alto livello dell’intrattenimento io gli perdono anche lo smaccato product placement”

  • Se proprio devo fare una critica…avrei preferito un Javier Bardem moro. Biondo non si può guardare! ;D
    Al prossimo film!

  • Recensione ineccepibile e condivisibile, direi. A mio parere, è un ottimo film che credo metta d’accordo i fan storici accaniti, con tanto di citazioni sepolte e disseminate qua e là, così come i nuovi consumatori che hanno voglia di vedersi un film con il giusto mix di action, spettacolarità, intrigo e ironia. Daniel Craig bravo e abbastanza credibile, a parte le puntualizzazioni che fai e che condivido. Quella posa a gambe larghe è mitica e davvero distintiva! Tra i personaggi: non è che mi abbia fatto impazzire Javier Bardem (in Non è un Paese per Vecchi era mooolto più terrorizzante). Mi è spiaciuto per la signorina sottoposta alla prova alla Guglielmo Tell, meritava miglior sorte. 🙂

  • d’accordo su Javier biondo. E devo dire mi aspettavo un po’ di meglio da Bardem del solito nemico psicopatico di Bond, ma forse non è colpa sua ma della sceneggiatura. In generale tutte le citazioni infilate suonavano da nostalgia, più da rintocco funebre da chiodi sulla bara su James Bond. E potrebbero anche farla finita, dopo 23 film. Non era male, ma rivelava una stanchezza della saga, non sanno più cosa inventarsi.

    • Forse non sapevano più cosa fare… chissà, forse vero. Ma Sam Mendes propone un film che dà inizio ad una nuova saga. A questo punto la domanda vera è: non sarà più il classico James Bond ma qualcosa di diverso, di altro?

      • tu dici? A me sembrava che la saga si autofagocitasse. James Bond che rientra alla fine nel classico ufficio, con Moneypenny e un M maschile come nei vecchi film non mi da’ molto il sapore di nuova saga…stiamo a vedere, io a ogni ultimo James Bond mi dicevo basta questo è l’ultimo che vado a vedere al cinema (me l’ero giurata all’inguardabile la morte puo’ attendere, che come unica cosa buona aveva il titolo). In questi ultimi tre ho apprezzato il cambio di stile, ma non mi sembra abbastanza per dare un nuovo input alla saga, non con quest’ulitimo che mi sembra quasi un ritorno all’indietro per certi versi…

  • Io non l’ho trovato così eccelso, ma sono sostanzialmente d’accordo con la tua recensione.
    Ciao!
    Alberto

  • ah, finalmente qualcuno che la pensa come me 😉

  • Cristiano Sigalini

    visto la mia veneranda età ho visto tutti gi attori che interpretarono 007 al cinema quando uscivano o meglio dal 74 in poi. Questo mi sembra il più reale e meno icona. Tutto sommato è una spia che puoi trovare come vicino di casa.
    non mi ha deluso ma credo che sia difficile re-interpretare 007. questa serie sembra essere un ottimo reboot se cerchiamo di non fare troppi paragoni .

    • a me Craig piace/piaceva come James Bond. Atletico, glaciale, simpatico, tanta azione e poche parole. Poi Sam Mendes c’ha messo del suo per tirare fuori un buon “prodotto” dal “personaggio”.

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